GLOSSARIO
DELLA LITURGIA
I
termini usati (o desueti) nella liturgia - il segno
indica il
riferimento ad una parola del glossario
A
-
B -
C -
D -
E -
F -
G -
H -
I -
J -
K -
L -
M -
N -
O -
P -
Q -
R -
S -
T -
U -
V -
Z
-
A
-
Accolito
- Esercita un
ministero liturgico: aiuta il sacerdote e il
diacono, prepara l'altare e i vasi sacri, e, come
ministro straordinario, distribuisce la Comunione ai
fedeli.
-
Agnus Dei
-
ultimo canto
dell’ordinario della
Messa
.
Acqua Santa
L’Acqua Santa è da sempre nella simbologia liturgica
simbolo di rinnovamento e di rinascita in Cristo,
come segno visibile del battesimo.
Per tradizione ci si segna con l'acqua Santa
all'ingresso dei luoghi sacri ed è raccolta in
speciali vasi di marmo o metallo chiamati
"acquasantiere".
L'uso dell'acqua Santa è previsto anche per le
Aspersioni durante la messa o per speciali
benedizioni.
La benedizione dell'acqua è effettuata seguendo il
rito descritto dal "benedizionale".
-
Alba
- Veste simile al
camice ma senza scollatura, generalmente chiudibile
con una cerniera lampo.
-
Alleluia
- acclamazione che
riprende una locuzione ebraica che significa “lodate
Dio”.
-
- è un’acclamazione
inserita in molti canti liturgici, sempre a
conclusione dei brani nel
tempo pasquale
.
-
- canto
interlezionale
della
Messa.
Altare
È la
superficie sulla quale si celebra il sacrificio
eucaristico. Rappresenta Cristo e per questo il
presidente lo venera con un bacio e lo incensa; l'altare
rappresenta inoltre sia la mensa dell'Ultima cena, che
il patibolo della Croce, sul quale Cristo immolò se
stesso. È il centro di tutta la chiesa, può essere Coram
Deo, se attaccato al muro (in modo che il sacerdote
possa celebrare con le spalle al popolo) o Coram Populo
se è staccato dal muro.
Normalmente nelle chiese di medie dimensioni, oltre
all’altare principale (altar maggiore) vi sono altri
altare (altari minori) ubicati presso le cappelle
laterali della chiesa stessa.
Gli altari preconciliari oltre alla mensa sono dotati di
tabernacolo e due o più gradini su cui vendono disposti
i candelieri e, nelle solennità, le reliquie.
Ampolline
(dette anche Orcioli o Orciuoli)
Coppia di
vasetti in vetro dotati di manico, solitamente forniti
di copertura, appoggiati ad un piattino, in cui si
contengono il vino e l'acqua.
Al tradizionale corpo di vetro possono essere abbinate
coperture decorative o manici in metallo nobile.
L'uso delle ampolline è sempre stato radicato nella
storia liturgica.
-
Ambone
- Luogo elevato,
dotato di leggio, da cui si svolge la proclamazione
dei testi biblici, del salmo responsoriale e dell’Exultet
pasquale; è anche il luogo dell’omelia e delle
intenzioni per la preghiera dei fedeli.
-
l'Amitto
- Panno bianco da
applicare intorno al collo, quando il camice non
copre completamente l’abito comune del sacerdote.
Anamnesi
Parte
della preghiera eucaristica in cui si ricorda
l'opera della salvezza. Per esempio nella preghiera
eucaristica III l'anamnesi-offerta suona così:
"Celebrando il memoriale del tuo Figlio, morto per
la nostra salvezza, gloriosamente risorto e asceso
al cielo, nell'attesa della sua venuta ti offriamo,
Padre, in rendimento di grazie, questo sacrificio
vivo e santo".
-
Anno liturgico
-
il ciclo delle
celebrazioni liturgiche che ha come centro la
Pasqua
cristiana.
Si articola in tempi forti (Avvento
,
Tempo di
Natale
,
Quaresima
,
Tempo Pasquale
) e in
tempo ordinario
.
-
Antifona
-
brano musicale
relativamente breve che si canta, solitamente,
collegato a un salmo. Nell’uso moderno l’antifona è
cantata prima del salmo e alla sua conclusione dopo
il
Gloria Patri
. Ci sono
antifone con versetti e antifone molto lunghe
autonome, cioè prive di salmodia. Le antifone con
salmi si trovano sia nella liturgia delle
Ore
, sia nella
Messa
(introito
,
comunione
).
-
Antifonario
-
a) dell’officio:
libro con le melodie delle
antifone
e dei
responsori
, spesso
anche dei versicoli. Talora sono presenti anche le
melodie integrali del salmo invitatorio. Degli altri
salmi, cantati in corrispondenza con le antifone, si
dà il solo incipit testuale e la
differentia
. Raramente
sono indicati gli inni e, in tal caso, con il solo
incipit o la sola prima strofa.
- b) Antifonario della
Messa e dell’Ufficio: libro onnicomprensivo dei
canti sia della Messa che liturgia delle Ore. E' la
tipologia comune nelle tradizioni liturgiche
ambrosiana e ispanica dove il libro contiene i testo
dei canti con notazione musicale. Nella liturgia
romana questo libro liturgico è un'eccezione.
-
Apostoli
- i primi (dodici)
seguaci di Cristo “inviati” a predicare il regno di
Dio secondo l’insegnamento del Maestro Gesù.
Armadietto per oli santi
E' un
Piccolo mobile a muro o appeso presso l'altare
maggiore, nel battistero o nella sacrestia,
utilizzato per conservare gli oli santi. Sullo
sportello, che deve rimanere chiuso a chiave,
compare talora la scritta Olea Sancta.
Armadi sacri
Sono
gli oggetti che servono per il culto, specialmente
quelli che più strettamente si riferiscono alla
Santissima Eucaristia e servono sia per la persona
del sacerdote (paramenti sacri) sia per la
confezione e conservazione del Santissimo Sacramento
(vasi sacri), sia anche per ornare l'altare e la
chiesa dove si celebra.
Ad imitazione di Cristo, che istituì il Sacramento
eucaristico in una qualunque stanza, con vesti ed in
vasi d'uso comune, i primi cristiani solevano
celebrarlo senza apparato speciale ed in luoghi
privi di particolare distinzione. Solo più tardi,
quando la celebrazione eucaristica incominciò a
rivestire carattere solenne, l'arredamento sacro
acquistò i principali elementi liturgici odierni.
Aspergers
-
Aspersorio
- Ciuffo di crini, o
piccola spugna chiusa in una sfera metallica cava e
perforata, usato per l'aspersione con acqua
benedetta.
-
Avvento
-
periodo di
preparazione al
Natale
; inizia 4
domeniche prima della festa nel rito romano (6
domeniche nel rito ambrosiano).
-
-
B
-
Baldacchino
È un
telo di tessuto di colore variabile che può essere
rigido (cioè fissato ad una tavola di legno) o
morbido (ovvero senza essere fissato), sorretto da
quattro o sei aste in legno o metallo e fornito di
quattro mantovane che scendevano dai quattro lati.
Il baldacchino è usato attualmente per le
processioni eucaristiche, ma un tempo era previsto
anche per accompagnare il Santo Padre nelle
processioni all'interno della basilica vaticana o
anche, come attestato da diverse fonti fotografiche,
per la benedizione Urbi et Orbi alla balconata
centrale della basilica. Il baldacchino è
principalmente di colore bianco o oro, ma, in caso
si portasse la reliquia della S.Croce, poteva essere
di colore rosso. Nell'uso ambrosiano è rosso in
qualunque caso.
Il tessuto del baldacchino solitamente è
solennemente ornato, soprattutto nella volta, in cui
si trovano i ricami più preziosi di emblemi
eucaristici ma anche dello Spirito Santo.
Basilica
Le
basiliche sono chiese di particolare antichità, in
particolare le chiese paleocristiane, quelle aventi
almeno tre navate, la centrale delle quali è
rialzata (altrimenti si parlava di "sala").
Nel tempo il titolo di basilica acquisì un
significato onorifico, e ad alcune chiese venne
conferito uno speciale titolo d'onore per la loro
importanza storica e religiosa, equiparandole nel
titolo alle basiliche maggiori di Roma.
Le basiliche pontificie si dividono in basilicae
maiores, caratterizzate dalla presenza del
trono e dell'altare papali, e basilicae minores.
-
Battistero
- Cappella per il
Battesimo, per lo più rotonda o ottagonale; di
regola fa parte del complesso architettonico delle
antiche chiese episcopali. Nelle chiese parrocchiali
si trova normalmente solo un fonte battesimale.
Benedizionale
È il
libro liturgico che contiene tutte le formule
rituali di benedizione approvate dalla Santa Sede.
È così strutturato:
Benedizione delle persone
Benedizioni per le dimore e le attività dell'uomo
Benedizioni di luoghi arredi e suppellettili
Benedizioni riguardanti la devozione popolare
Benedizione per diverse circostanze
-
Benedictus
-
cantico di Zaccaria
(Lc 1, 68-79); si canta nella sezione finale delle
Lodi
.
-
Bibbia
-
i libri ritenuti
ispirati da Dio e raccolti in due serie: l'Antico
Testamento - corrispondente più o meno alla Bibbia
ebraica - e il Nuovo Testamento. Negli esemplari dei
secoli XIII e XIV spesso nell’Antico Testamento
manca il
salterio
; talora
invece il salterio di una Bibbia completa presenta
integrazioni liturgiche (cantici
per le
Lodi
, per le
litanie
...).
-
Breviario
-
raccolta di tutti i
brani per la celebrazione della liturgia delle Ore.
Dopo il
temporale
,
santorale
il (proprio
e comuni),
dedicazione
della
chiesa e ufficio dei morti, ci sono di solito
formule per le commemorazioni / suffragi, le
benedizioni per i lettori...
-
C
-
Cadenza
-
formula musicale di
riposo che si trova alla conclusione di frasi
melodiche sia alla fine di un brano (cadenza
finale), sia all’interno di un pezzo (cadenza
mediana). Una cadenza mediana conclude il primo
emistichio
della
tempo
salmodia.
-
Calendario
- prospetto dei giorni
dell'anno da gennaio a dicembre con l'indicazione
dei santi (per lo più uno solo o una coppia) di cui
si celebra la festa o la memoria. L'indicazione del
giorno segue il calendario civile romano. Diversi
tipi di integrazioni (colore dell'inchiostro,
“l(ectiones) IX o XII”, termini come duplex maius)
evidenziano i santi che godono di un culto
particolare. Il calendario si trova soprattutto
all'inizio di breviari e di messali, ma anche i
altre situazioni, come in vari trattati di medicina
(questo fatto si spiega per la presenza nei
calendari delle indicazioni relative ai “dies
ægyptiaci”, i due giorni al mese in cui era
sconsigliato fare i salassi).
-
calice
- coppa di metallo
prezioso con l'interno dorato, destinato a contenere
il Preziosissimo Sangue durante la Messa
-
Camice
- Veste per la
liturgia, di stoffa bianca. In origine soltanto di
lino, normalmente stretto alla vita da una cintura
(cingolo). A seconda della scollatura vi si può
aggiungere un panno attorno al collo (amitto). In
origine, abito di base per tutti gli inservienti in
qualsiasi tipo di celebrazione; oggi viene spesso
sostituito dalla cotta, soprattutto al di fuori
della Messa e in genere per i servizi più umili; la
cotta è più corta, senza cintura e quindi più
comoda.
Campanello
Si
usa per richiamare l’attenzione dell’assemblea al
momento dell’elevazione nella Messa. Attaccato al
muro, vicino alla porta della sacrestia, serve per
avvisare il popolo dell’inizio della celebrazione.
-
Cantatorio
- raccolta dei canti
della Messa eseguiti dal solista o dalla schola:
responsorio graduale, tratto, alleluia, offertorio.
Candeliere
È un
supporto più o meno ornato che serve a reggere la
candela o il cero durante le celebrazioni
liturgiche. I candelieri, così come la croce, furono
usati tardi sull’altare. Infatti la “mensa Domini”
ospitava soltanto i doni delle offerte.
Nella Chiesa occidentale non sembra siano mai stati
usati prima del X secolo sopra l’altare.
Anteriormente i candelieri, o meglio i candelabri,
erano poggiati ai lati della mensa, sul pavimento o
su mensole apposite oppure sulle stesse balaustre.
Solitamente erano di grandi dimensioni, con piede
poggiante su zampe di animale, il fusto a colonna
reggeva una tazza con spina che portava la candela.
Il papa Innocenzio III, per la prima volta, parla di
due ceri da porre sull’altare ai lati della croce
(1208) e in un Ordo Romanus del 1254 è prescritto
l’uso di sette ceri che nel sec. XV si riducono a
sei per consentire meglio la simmetria.
I sette candelabri rimasero in essere per la
celebrazione presiedute dal Vescovo diocesano, in
questo caso il settimo avrebbe dovuto portare una
candela più alta delle altre ed essere collocato
davanti alla croce.
Candelabro
È un
supporto generalmente realizzato in metallo prezioso
(argento o rame argentato) simile al Candeliere ma
dotato di tre o più braccioli sui quali vengono
messe le varie candele. Generalmente i candelabri
sono utilizzati per l’esposizione del SS. Sacramento
e per l’intronizzazione della reliquia della Santa
Croce.
Canonizzazione
La
Canonizzazione è l'atto liturgico e giuridico, riservato
al Romano Pontefice, con il quale la Chiesa dichiara
ufficialmente Santo un soggetto che in precedenza aveva
già ottenuto il culto locale con il titolo di Beato,
estendendo il suo culto alla Chiesa universale.
-
Cantico
-
brano poetico –
simile ai salmi - che si trova nei libri biblici ed
è utilizzato nella liturgia delle
Ore
. Ad
eccezione dei cantici
Benedictus
,
Magnificat
,
Nunc
dimittis
, che sono
tratti dal Vangelo di Luca, gli altri sono tutti
desunti dall’Antico Testamento. Questi cantici sono
cantati alle Lodi in quarta posizione. Tre altri
cantici veterotestamentari sono invece cantati al
IIInotturno
del
Mattutino
monastico.
-
-
Cantillazione
-
proclamazione del
testo biblico su una melodia semplice che prevede
fondamentalmente tre elementi: inizio,
corda di
recita
,
cadenza
, . In
periodi lunghi ci possono essere delle flessioni
intermedie della voce, in corrispondenza di cesure
testuali segnate perlopiù dal “;” moderno.
Casula
Veste
propria per il sacerdote nella celebrazione della
Messa o dei riti liturgici cui è unita anche la
Messa. È di tessuto colorato a seconda del colore
liturgico e ricopre le spalle e le braccia,
arrivando fin quasi ai piedi.
Le rubriche del Messale indicano la casula,
parimenti alla pianeta, come veste propria del
sacerdote celebrante, nella Messa e nelle altre
azioni sacre ad essa collegate.
Il nome di casula deriva, come indica Isidoro di
Siviglia, da piccola cosa, nel senso di piccola
tenda o di piccola casa.
Questa spiegazione si adatta alla forma tipologica
della veste che all’origine avvolgeva completamente
chi la indossava; d’altra parte si definiva con
questo nome la cella monastica abitata dal monaco e
la piccola cappella campestre.
Nel medioevo la casula è quasi esclusivamente una
veste monastica e in questo senso è definita da R.
Mauro che la indica con l’espressione “casula
pianeta”.
Pare comunque che i due termini fossero adottati per
lo stesso paramento che nell’Urbe era detto pianeta,
mentre nell’Orbe era detto casula.
La pianeta di fatto altro non è se una riduzione di
ampiezza dell’antica veste liturgica che ebbe il
sopravvento assoluto nel sec. XV e si mantenne
prevalente sino al secolo scorso, quando dalla
Germania inizio un movimento mirato al ritorno della
pianeta ad una dimensione più ampia (che con erroneo
termine veniva definita gotica).
Inizialmente, per utilizzare la casula al posto
della pianeta era necessario il permesso
dell'Ordinario del luogo (Decreto S.R.C. 20-8-1957).
Nel 1962, con la pubblicazione della nuova edizione
del Missale Romanum da parte del Beato
Giovanni XXIII, la casula fu equiparata in tutto
alla pianeta (cfr Rubricae Generales, XIX,
133), abolendo qualsiasi disposizione contraria.
-
Cerimoniere
- Colui che è
incaricato di preparare le celebrazioni più
complesse. Coordina i diversi servizi e fa' in modo
che tutto si svolga ordinatamente e con
tranquillità. Il cerimoniere deve non solo conoscere
le norme, ma anche, in base all'esperienza
pastorale, saper aiutare a svolgere i riti in modo
fruttuoso.
-
Ceroferario
- Ministrante che
porta la torcia (candela costituita da più strati
combustibili attorcigliati, per evitare che si
spenga).
-
Cero Pasquale
È la
grossa candela che si accende durante la funzione
della Veglia Pasquale e per tutto il periodo fino al
giorno della Ascensione. Il cero pasquale era
anticamente confezionato in pura cera d’api e recava
sul fusto molte decorazioni con simboli liturgici.
Durante la benedizione che si svolgeva nella solenne
Veglia Pasquale, nel cero erano conficcati cinque
grossi grani di incenso che segnavano i numeri e le
lettere dell’anno liturgico corrente; a tal
proposito occorre specificare che tale tradizione è
ancora oggi praticata.
Inoltre il cero pasquale è incensato prima del canto
del Preconio Pasquale.
Il cero pasquale è simbolo della risurrezione di
Cristo e in tempi passati veniva spento dopo la
lettura del Vangelo durante la celebrazione della
Messa solenne nel giorno della Ascensione. Oggi il
cero pasquale si usa indistintamente nel corso
dell’anno liturgico in diverse cerimonie, dal rito
del Battesimo alla liturgia funebre, dove si indica
la presenza viva del Salvatore.
Ciborio
Il
ciborio è una struttura che nelle chiese sovrasta
l'altare. È a forma di baldacchino. È chiamata
ciborio anche la copertura del fonte battesimale,
solitamente realizzato in legno intagliato o in
metallo. In molti altari maggiori della diocesi
ambrosiana il tabernacolo è sovrastato da una
struttura circolare dotata di colonne e cupola, in
cui viene inserita la croce d’altare o l’ostensorio
(questo solo in particolari casi). Tale elemento
decorativo-architettonico è detto ciborio anche se
sarebbe più esatto definirlo “tempietto”.
Cingolo
Cordone
ad uso liturgico, che serve per serrare attorno al corpo
l'alba o il camice.
Anticamente era un capo del vestiario romano, che è
rimasto poi stabile nel vestiario liturgico della
Chiesa.
Sembra certo che in origine il cingolo non avesse la
forma di cordone, ma di cintura di 6-7 cm. di larghezza,
che spesso era anche ricamata. Il cingolo-cordone non
comincia ad apparire che verso il sec. XV.
In quanto a materia il cingolo conviene che sia, come in
origine, di lino o canapa, ma può essere anche di seta o
di lana, e perfino di cotone, benché non sia
raccomandabile.
Le estremità terminano in frange o in nappe, e il colore
è di solito bianco, ma può essere anche, come a Roma,
del colore dei paramenti liturgici.
Prima della riforma liturgica il sacerdote mentre
indossava il cingolo, recitava la seguente preghiera
(rito ambrosiano): “Praecinge, Domine, cingulo fidei
et virtute castitatis lumbos mei cordis et corporis, et
extingue in eis humorem libidinis; ut jugiter in eis
maneat vigor castitatis. Amen.”
-
-
Chiave
- segno posto
all’inizio del rigo musicale per indicare la
posizione di alcune note di riferimento, di solito
il fa (chiave “f”) e il do (chiave di “c”).
-
Colletta
- prima orazione
all’inizio della Messa, spesso usata anche come
preghiera del giorno nella liturgia delle Ore.
Confessionale
Nelle
chiese cattoliche è il luogo nel quale si amministra
il sacramento della riconciliazione, il nucleo
fondamentale prevede la postazione del sacerdote e
quella del penitente (che spesso è un
inginocchiatoio), tra il penitente ed il confessore
può esservi anche una grata.
-
Compieta
- è l’Ora canonica che
conclude la giornata prima del riposo notturno.
-
Comune
-
raccolta di
formulari – sia per la
Messa
che per la
liturgia delle
Ore
- per varie
categorie di santi (apostoli, evangelisti,
martiri…).
-
Comunione,
antifona
di
-
canto che accompagna
il rito di comunione. Fino al sec. XII il canto di
comunione aveva la medesima struttura dell’introito
: prevedeva
l’alternanza con versetti salmici.
-
Comunione
- rito durante il
quale coloro che celebrano la Messa (presidente ed
assemblea liturgica) si cibano del corpo e sangue di
Gesù Cristo.
-
Confessore
- un cristiano che con
il proprio comportamento testimonia la fede.
-
-
Continenza
Per
continenza si intende un “velo” più corto del
piviale. È usato per maneggiare le specie consacrate
senza toccarle. Nel Rito Romano la continenza viene
chiamata “velo omerale” in quanto tale paramento
sacro viene indossato dal sacerdote coprendo le
spalle e anche le braccia, quindi l’osso òmero.
L’uso della continenza è obbligatorio anche per la
benedizione con la reliquia della Santa Croce.
Coperta
La
coperta è una custodia che si usa per ricoprire
l'evangeliario durante le funzioni, altresì nota
come copri-evangeliario.
-
Corporale
-
Piccolo panno di
lino su cui vengono posti il
calice
e la
patena
durante la
celebrazione della
Messa
, o il
Santissimo Sacramento per la custodia e
l’esposizione.
-
Corpus
Domini/Christi
-
festa in onore
dell’Eucaristia, si celebra il giovedì dieci giorni
dopo
Pentecoste
.
-
Cotta
- È
una veste corta che serve per l’amministrazione dei
Sacramenti e in altre circostanze liturgiche. Essa
viene sovrapposta alla veste talare.
Normalmente di tela bianca, ha una lunghezza che di
poco si scosta dal ginocchio, con maniche larghe e
corte; può essere ornata di merletti all’orlo
inferiore e alle maniche, oppure è decorata con
ricami, comunque disegnati alle estremità.
Sul davanti ha uno sparato che si chiude con
fettucce o con un gancio di metallo argentato,
mentre nel rito ambrosiano è tutta chiusa attorno al
collo.
Il suo significato simbolico si ricollega alle
parole che un tempo il Vescovo diceva mentre
l’imponeva ai chierici, ovvero: “Ti rivesta il
Signore dell’uomo nuovo, che fu creato a immagine di
Dio, in giustizia e vera santità”.
Nella sua abbondante larghezza si può anche
riconoscere l’amore del Padre e del prossimo che
deve animare chi ne è rivestito e poiché si indossa
sopra l’abito ordinario, simbolo dell’uomo
peccatore, può simboleggiare la carità che si
estende e di fatto copre i peccati.
La forma della cotta fu regolata dalle prescrizioni
dei Sinodi, come pure il tipo di tessuto da usare
per confezionarla.
Oggi è adottato un disegno più o meno comune
dappertutto, eseguito su tessuto di tela di lino
bianca.
-
Credenza
- Tavolino situato nel
presbiterio, sul quale si posano gli oggetti
necessari alla celebrazione della Messa (calice,
corporale) e sul quale può svolgersi la loro
purificazione.
-
Credo
-
-
professione di fede
cristiana. è entrato nella
Messa
romana
verso il 1015.
Croce pettorale
È
indossata sul petto dai Prelati e dal medesimo
Pontefice ed è sorretta da una catena d'oro (se
indossata sopra la veste talare) oppure da un
cordone oro per il Papa, rosso e oro per i
Cardinali, verde e oro per i Vescovi (se indossata
sopra l'abito corale cioè talare con rocchetto e
mozzetta). Normalmente la croce è di metallo
prezioso e anche gemmata.
La croce destinata ai Prelati o al Pontefice ha un
piccolo astuccio all'incrocio dei bracci, nel cui
interno si collocano le reliquie dei santi o un
piccolo frammento della croce di Cristo.
Croce
processionale
È un grande
crocifisso utilizzato durante le processioni.
Solitamente vi sono più croci processionali ognuna
delle quali è trasportata da un rappresentante delle
varie confraternite o varie sottosezioni di
confraternita (uomini, donne). Come per i cilostri
anche le croci processionali vengono ancorate ai
fianchi del confratello o consorella tramite grosse
cinture di cuoio, onde facilitarne il trasporto. La
croce processionale usata nei cortei funebri è
caratterizzata dal colore nero e dalla presenza
degli emblemi mortuari (teschio, falce e clessidra).
Croce stazionale
È una croce in legno
dalla foggia molto semplice, solitamente dotata
della sola scritta “I.N.R.I.” e priva del Signore
Crocifisso. Essa viene solitamente utilizzata
durante la Via Crucis nei venerdì di Quaresima.
Sulla croce stazionale viene adagiato drappo di lino
bianco richiamante la Sindone.
Le croci stazionali sono anche quelle collocate nei
cimiteri o posizionate lungo le strade per indicare
il punto in cui si può fermare una processione o
dove, chi lo desidera, possa fare una sosta
devozionale.
-
Crocifero
-
Inserviente che apre
la processione portando la Santa Croce. L’immagine
di Cristo è rivolta in direzione della processione.
Solo quando è presente un arcivescovo, la croce
viene portata in modo che questi possa vedere
l'immagine di Cristo.
-
-
D
-
Dalmatica
È il
paramento che contraddistingue il diacono e
nell’antichità, prima ancora di essere un parato
liturgico, fu veste civile romana. È una tunica di
media lunghezza, con manica larga, che il diacono
porta sopra il camice e con la stola,
nell’assistenza alla celebrazione della Messa e in
altre particolari funzioni religiose. Nel Rito
Ambrosiano il diacono porta la stola sopra la
dalmatica.
La dalmatica è il simbolo della salute, della gioia
e della giustizia. Indica ancora la novità dell’uomo
al servizio di Dio. Alcuni autori, invece, la
considerano come il simbolo della passione e della
morte di Cristo.
Le misure correnti sono le seguenti: lunghezza cm.
115; larghezza alle spalle cm. 50; larghezza al
fondo cm. 100. È necessario aggiungere che i colori
della dalmatica sono originariamente identici a
quelli della pianeta e del piviale che, con la
tunicella (altro nome della dalmatica), compongono
il parato solenne.
Il vescovo può portare nelle celebrazioni solenni,
sotto la casula o pianeta, la dalmatica. Ciò indica
la pienezza del sacerdozio.
In questo caso la dalmatica è confezionata
normalmente con un tessuto leggero ed è molto
semplice avendo come ornamento solo passamaneria
dorata lungo le cuciture.
Niente vieta però che il tessuto utilizzato sia lo
stesso della casula o pianeta.
Diacono
Il
diacono è il ministro che ha ricevuto il primo grado
dell'Ordine sacro.
Il diacono è abilitato a servire il popolo di Dio
nella diaconia della liturgia, della parola e della
carità, ha la facoltà di amministrare alcuni
sacramenti (battesimo e matrimonio) su delega del
Parroco, il vero responsabile. È inoltre ministro
ordinario della santa Comunione ed esercita il
ministero della parola. Inoltre può impartire
benedizioni di persone, luoghi e oggetti,
benedizioni eucaristiche e presiedere il Rito delle
Esequie e altre liturgie fuori della Messa. A
differenza di coloro che sono costituiti nell’ordine
dell’episcopato o del presbiterato non riceve però
la missione e la facoltà di agire nella persona di
Cristo Capo.
Nelle celebrazioni e concelebrazioni eucaristiche,
presiedute da un presbitero o da un vescovo, la
lettura del vangelo è sempre di competenza del
diacono, se presente.
I paramenti liturgici del diacono cattolico sono la
stola diaconale (indossata dalla spalla sinistra al
fianco destro) e la dalmatica (veste utilizzata
soprattutto in celebrazioni solenni, diversa dalla
casula e dalla pianeta in quanto provvista di
maniche). Può anche indossare, in assenza di
ministri di ordine superiore, il piviale, l'abito
utilizzato nelle solennità in riti liturgici fuori
della Messa. Il Diacono di rito ambrosiano indossa
la stola al di sopra della dalmatica.
-
Dossologia
-
acclamazione con cui
si loda e glorifica Dio. Tutti gli
inni
si
concludono con una strofa di dossologia il cui testo
varia secondo l’anno
liturgico
.
-
E
-
Emistichio
-
metà di un versetto
di salmo
.
-
Epistola
-
nella
Messa
romana è la
lettura prima del
Vangelo
, spesso
tratta dalle lettere di san Paolo. La liturgia
ambrosiana prevede invece due letture prima del
Vangelo: a) il “profeta” tratta dall’Antico
testamento, e l’”Apostolo” dal Nuovo testamento.
-
Epifania
-
- festa del 6 gennaio
dove si commemorano tre “manifestazioni” di Gesù
Cristo: l’adorazione dei sapienti Re Magi, il
battesimo nel Giordano e le nozze di Cana.
-
Evangeliario
-
testo integrale dei
quattro
Vangeli
(Mt
, (Mc
, (Lc
, (Gv
). Per una
sua utilizzazione liturgica è necessario servirsi di
un
capitulare
capitulare.
Libro liturgico con il testo dei Vangeli, edito in
forma particolarmente ricca, come merita la sua
importanza.
-
Evangelistario
-
raccolta delle
letture evangeliche della
Messa
già
selezionate e disposte secondo la successione
dell'anno liturgico del
temporale
e delsantorale
.
-
F
-
-
Faldistorio
-
È il seggio senza
spalliera a doppi braccioli, riservato alla
personalità di più elevato rango che partecipa a una
solenne funzione liturgica. Il faldistorio può
essere in metallo o legno, con sedile rivestito da
un cuscino; viene anche usato a modo di appoggio
delle braccia del celebrante quando si inginocchia
davanti.
Nelle Messe con assistenza pontificale, previste
dalla forma liturgica oggi abrogata, il Prelato
partecipava alla funzione dal faldistorio
-
Fanone
Il
fanòne papale è un paramento liturgico riservato al
papa ed usato nella Messa pontificale.
Si tratta di un ornamento omerale: una doppia
mozzetta circolare di sottilissima seta tessuta a
strisce parallele di colore rosso, bianco,
giallo-oro ed amaranto. Viene indossato in modo che
la parte inferiore sia sotto la stola e la superiore
sopra la pianeta o la casula. Per praticità le due
mozzette, una volta unite nel girocollo, vennero
staccate e indossate separatamente ed unite tramite
un'abbottonatura.
Oggi, dopo la riforma liturgica, il fanòne è
utilizzato più raramente. L'ultimo pontefice ad aver
usato il fanone è stato Giovanni Paolo II.
Il simbolismo del fanòne rappresenta lo scudo della
fede che protegge la Chiesa cattolica, rappresentata
dal papa. Le fasce verticali di colore oro e
argento, rappresentano l'unità e l'indissolubilità
della Chiesa latina e orientale.
Faro
-
È un globo ricoperto di
bambagia che viene appeso all'ingresso del
presbiterio nelle feste dei martiri. Il sacerdote
gli dà fuoco all'inizio dell'Eucaristia come segno
della vita consumata dall'amore di Cristo nel
momento del martirio.
Fascia
-
È una striscia di
stoffa, normalmente di seta per i cardinali e per i
nunzi apostolici, per i vescovi e i prelati, di lana
per gli altri ecclesiastici, che cinge in vita
l’abito talare del clero ed è distintiva del grado
gerarchico: nera per i sacerdoti, paonazza per i
prelati, porpora per i cardinali, bianca per il
Papa, il quale ha il privilegio di far apporre alla
parte terminale delle bande che cadono sul davanti
al lato sinistro, il proprio stemma.
La fascia, che terminava con vistosi fiocchi del
medesimo colore, ora è completata da una frangia
-
-
Ferraiolo
-
È un ampio
mantello di seta o di tessuto leggero, di vario
colore in relazione a chi lo indossa; nero per i
sacerdoti, paonazzo per i vescovi, porpora per i
cardinali.
Si usa sopra la talare solo in particolari
occasioni, quando viene indossato a completamento
dell’abito ordinario.
Il mantello si limita a ricoprire la parte
posteriore, scendendo fino al tallone da un ampio
colletto con taglio a carrè.
Oggi il ferraiolo non è usato se non dagli addetti
alla diplomazia vaticana in cerimonie ufficiali.
Ferula
Nel periodo medievale, il
bastone pastorale del Vescovo era anche una verga di
legno ricoperta di velluto rosso che veniva consegnata
in segno di autorità. In epoca successiva quel bastone
fu riservato solo alla persona del Papa che lo riceveva
nel giorno della sua incoronazione a testimonianza della
sua assoluta supremazia sulle corti temporali.
A partire dal XIII sec., la ferula fu segno distintivo
del Cardinale che aveva l’incarico di reggere le sorti
della Sede Apostolica durante la vacanza del
pontificato, per cui il Cardinale camerlengo ebbe la
ferula come simbolo di comando durante l’interregno tra
un Papa e l’altro. La ferula è stata usata anche in
tempi recenti allo stesso scopo dal Cardinale Camerlengo
di S.R.C..
In rito ambrosiano, la ferula è un bastone simile al
pastorale, avente in cima al posto del ricciolo una
sfera sormontata da una piccola croce. È usata dai
Vicari Episcopali non Vescovi e da alcuni Arcipreti e
Parroci, che posseggono questo privilegio.
Fiocco
È un ornamento usato per decorare gli
abiti liturgici o quelli ordinari del clero; in questo
caso era collocato a completamento della fascia portata
alla vita.
Il fiocco si usa anche come decoro della berretta
clericale (tricorno) il cui colore indica il grado
gerarchico di chi la indossa; il fiocco nero su berretta
nera per i sacerdoti; il fiocco paonazzo su berretta
nera per i monsignori, paonazzo su berretta paonazza per
i vescovi e gli arcivescovi.
Un fiocco del colore liturgico del giorno è collocato ad
ogni estremità del cingolo.
Fistola
È una piccola cannula aurea con la quale
si sorbiva il vino consacrato nel calice al momento
della comunione.
In seguito la fistola fu riservata all’uso delle Messe
celebrate dal Pontefice e utilizzata dal Sacrista del
Palazzo Apostolico che assistendo alla funzione papale,
prima dell’offertorio, assumeva una piccola quantità di
vino dal calice.
Questo rito avveniva mentre il coro della Cappella
Sistina cantava Terza ed era una forma di garanzia
sull’accertamento della qualità del vino usato per la
celebrazione eucaristica officiata dal Sommo Pontefice.
Flabello
Era un ornamento molto usato
durante le cerimonie solenni presiedute dal Papa. Il
flabello era composto da un’asta di legno stuccato in
oro, alla cui sommità era inserito un grande ventaglio
di piume di struzzo bianche tenute insieme da un
supporto sul quale era riprodotta l’arma araldica della
Santa Sede, cioè le chiavi incrociate.
Anche nelle processioni di trasferimento del Pontefice
dal Palazzo Apostolico ala basilica di San Pietro, ai
lati della sedia gestatoria sulla quale stava assiso il
Papa, venivano portati due flabelli la cui origine era
riconducibile allo sfarzo della corte pontificia
rinascimentale.
Oggi l’uso dei flabelli è stato abrogato e gli ultimi
due, usati ancora durante il pontificato di Paolo VI,
sono conservati presso la cattedrale di Roma, cioè la
Basilica di San Giovanni in Laterano.
-
G
-
Gloria Patri et Filio
-
breve forma di lode
alla Trinità denominata dossologia minore; si canta
quasi sempre alla conclusione dei
salmi
nella
liturgia delle
Ore
e nei canti
antifonici della
Messa
.
-
Gloria in excelsis Deo
-
detto inno
“angelico” è un canto della
Messa
adattato
dal greco in cui si lodano Dio Padre, Figlio e
Spirito Santo.
-
Graduale
-
-
a) libro con tutti i
canti del proprio della
Messa
-
antifona d'introito
con il
primo versetto della salmodia ed, eventualmente, il
versus ad repetendum; responsoriograduale
con il suo
versetto,
tetrattompo
,
alleluia
con
versetto,
offertorio
con
relativi versetti, antifona di
comunione
.
-
Gremiale
-
- È un
accessorio dei paramenti in uso al Vescovo o al Papa
e consiste in un grembiule vero e proprio che il
Prelato o il Pontefice usa durante le funzioni di
ordinazione sacerdotale ed episcopale. Dotato di due
fettucce cucite agli spigoli del lato superiore del
rettangolo di stoffa, viene allacciato alla vita del
celebrante quando deve procedere all’unzione delle
mani o del capo del consacrato.
Viene anche usato dal Pontefice nel corso della
Celebrazione del Mercoledì delle Ceneri e viene
legato ai braccioli della sede nella Basilica di
Santa Sabina all’Aventino o da coloro che presiedono
la Liturgia della Messa nella Cena del Signore
quando presiedono il Rito della Lavanda dei piedi.
Inoltre, il gremiale è anche un accessorio liturgico
proprio dei Vescovi e dei prelati, e consiste in un
grosso rettangolo di seta del colore dei paramenti,
spesso decorato, che il prelato tiene sulle
ginocchia quando, durante la Messa pontificale,
siede al trono o al faldistorio. Ufficialmente è
ancora in uso, sebbene venga adoperato quasi
esclusivamente nei pontificali tradizionali.
-
H
-
-
I
Immixtio Manuum
È il
gesto che indica ubbidienza filiale e fedeltà: consiste
nel porre la propria mano (o entrambe) all'interno di
quella di colui al quale si promette obbedienza. Ha
nascita feudale in quanto era un atto che suggellava il
rapporto di vassallaggio tra un feudatario e un suo
superiore.
In contesto liturgico, il gesto viene eseguito dagli
ordinandi nei confronti del Vescovo durante le
ordinazioni diaconali e presbiterali al momento della
promessa di fedeltà al Vescovo stesso.
Incenso
Aroma in
grani utilizzato per le celebrazioni liturgiche solenni
o per le funzioni nelle quali è prevista l’esposizione
eucaristica.
L’incenso si utilizza anche nel rito dei funerali per
rendere ossequio alla salma del defunto che è stata, in
vita, tempio dello Spirito santo.
Per essere bruciato, l’incenso viene profuso sul carbone
ardente collocato nel turibolo (vedi), mentre
normalmente si conserva nella navicella (vedi).
L’uso dell’incenso è in sostanza un gesto semplice: si
brucia in un apposito contenitore (incensiere o
turibolo) una resina che provoca fumo profumato. Il suo
simbolismo è tuttavia complesso e articolato.
1 Il
salire verso l’alto è visto dalla Bibbia come immagine
della preghiera del credente che sale verso il cielo, il
“luogo simbolico” di Dio (cfr. Sal 141, 1-2), o delle
preghiere dei “santi” che si elevano verso il Suo trono
(cfr. Ap 8,1-4): incensare è dunque sia preghiera in
azione, sia lode e supplica presentate all’Altissimo dal
suo popolo che totalmente a Lui si affida.
2 Da
questo fondamentale significato dipende poi anche l’uso
dell’incenso come espressione di onore e di adorazione
(Mt 2,2), e quindi come riconoscimento di una qualche
particolare forma di presenza di Dio in chi o in ciò che
si incensa: per esempio il sacerdote, il libro della
Parola o l’altare nella celebrazione eucaristica, ma
anche la stessa assemblea riunita, vera immagine della
Chiesa in cui è presente il Suo Capo e Signore.
3 Il
fatto che questo “fumo che sale” abbia un buon odore,
poi, viene interpretato dalla Scrittura come un’immagine
del fatto che esso è come un “sacrificio gradito a Dio”
(Lv 2,1-2 e per il contrario in Ger 6,20 dove
“sacrifici” e “incenso” sono in parallelo, ed entrambi
“non graditi”); spesso il nuovo Testamento identifica
con i credenti e con la loro vita questo “sacrificio
gradito e profumato” (2Cor 2,15). Dunque, sotto questo
profilo, l’incenso viene utilizzato come espressione
dell’accettazione di Dio e, soprattutto,
dell’atteggiamento di offerta di sé dei credenti davanti
a Lui, ad imitazione del loro Signore e Maestro; sempre
nel caso della celebrazione eucaristica, questo è ben
visibile nell’uso dell’incenso al momento della
presentazione dei doni […].
4
Collaterale a questo significato fondamentale
dell’essere profumato, l’incenso assume talvolta nella
Scrittura anche il valore di purificazione ed espiazione
(Nm 17,12): come infatti il profumo allontana i cattivi
odori, così l’incenso può anche indicare la cacciata e
l’allontanamento del Maligno da ciò che si
incensa/offre; in questo senso, incensare può anche
essere inteso nel senso di “benedire”, specialmente se
il gesto avviene tracciando segni di croce.
-
Innario
-
libro che abbraccia
gli inni per la celebrazione delle
Ore
liturgiche.
Gli innari possono essere costituiti da solo testo,
ma per lo più presentano la melodia sulla sola prima
strofa - raramente prima del sec. XV su tutto il
testo. Alcuni innari presentano glosse con diverse
possibilità di impaginazione.
-
Inno
- composizione poetica
con strofe identiche nella loro struttura metrica.
Ciò permette di cantare un’unica e medesima melodia
su tutte le strofe. Introdotto nel IV secolo nella
liturgia ambrosiana e nel V nelle celebrazioni
monastiche, l’inno è cantato a Roma soltanto a
partire dal sec. XII.
-
Introito
-
canto d’inizio nella
Messa
romana (ingressa
in quella ambrosiana). è costituito da un’antifona
che si
alterna ai versetti di un salmo eseguito secondo il
tono salmodico corrispondente alla modalità
dell’antifona. Il canto si prolunga per tutto il
tempo richiesto dai riti iniziali. Prima della
conclusione, al posto di un versetto salmodico,
s’introduce la dossologia minore “Gloria
al Padre
e al
Figlio…”.
-
Invitatorio
-
introduzione alla
preghiera delle
Ore
, è premessa
al
tempo
Mattutino.
Si compone di un’antifona
che è
cantata non soltanto prima e dopo il
salmo
invitatorio
94 (“Venite exultemus Domino iubilemus Deo salutari
nostro”), ma che è ripetuta anche tra le varie
sezioni dello stesso salmo, una volta a partire
dall’inizio, una volta da metà. è questa una
reliquia dell’antica prassi di alternare
antifona
e
salmi
/cantici
praticata
dalla Chiesa di Roma ancora nel sec. XII (“antiphonare”).
-
J
-
K
-
Kyriale
-
raccolta con i canti
dell'ordinario
della
Messa
con musica:
Kyrie
,
Gloria in
excelsis Deo
,
Sanctus
,
Agnus Dei
,
Credo
. A questo
canti sono da aggiungersi le formule di congedo (Ite
Missa est, Benedicamus Domino) e due
antifone
per la
benedizione dell'acqua lustrale (Asperges, Vidi
aquam). Nelle raccolte più antiche i canti dell'Ordo
Missæ
sono
raggruppati per categoria e le melodie sono
identificabili grazie al
tropo
più comune
collegato con lo stesso brano. Successivamente i
canti sono distribuiti in formulari veri e propri -
sino al sec. XVI, ma spesso anche dopo, senza
Credo
- che
portano tuttavia un'indicazione specifica della
celebrazione: In minoribus, In Missis defunctorum,
De Beata...
-
Kyrie eleison
-
formula greca
(“Signore, misericordia”).
Nella liturgia può essere a) l’inizio di una
litania; b) ciò che oggi resta di una preghiera
litanica. Si canta all’inizio della
Messa
ed è
costituito da nove invocazioni che si rivolgono al
Signore Gesù: tre kyrie, tre Christe e tre Kyrie. In
epoca carolingia il
Kyrie
della Messa
subisce due notevoli modifiche: da preghiera rivolta
a Cristo diviene preghiera trinitaria (Padre,
Figlio, Spirito Santo) e perde il carattere di
supplica per esprimere soprattutto un’acclamazione
di lode.
-
L
-
Lamentazioni di Geremia
-
testo biblico delle
lamentazioni - con o senza musica - da cantare nel
Mattutino
- detto
delle Tenebræ - nel
Triduo sacro
.
Lampada
È stabilito che accanto
al tabernacolo che custodisce l’Eucarestia arda
perennemente una lampada ad olio o di cera. Quando
arde questo lume significa che è presente il
Santissimo Sacramento nel tabernacolo. La lampada
può essere appoggiata sopra o accanto all’altare,
oppure può essere pensile, cioè appesa su un
apposito portalampada dotato di catene discendenti
dalle pareti del presbiterio. La lampada è contenuta
in un contenitore di vetro rosso.
-
il Leggìo
- Arredo su cui si
appoggiano i libri sacri. Si trova normalmente
all’ambone con il Lezionario, alla sede o
sull’altare con il Messale.
-
Lettore
- Il fedele, uomo o
donna, incaricato della lettura dei testi biblici,
con esclusione del Vangelo, può proclamare le
intenzioni della preghiera dei fedeli. Dal 1972 è
anche un ministero istituito per uomini che abbiano
comunque un’attività a servizio della fede.
-
Lezionario
- Libro liturgico
contenente le letture della Sacra Scrittura,
destinate alla Messa o ad altre celebrazioni.
-
Libri liturgici
- Contengono i testi e
i gesti in uso nelle celebrazioni, raccolti in uno o
più volumi.
-
Litania
- invocazioni a Dio
per intercessione di santi – disposti secondo
categorie (apostoli ed evangelisti, martiri…) - con
formule ripetitive (“Sancte XY, ora pro nobis”).
-
Lodi
-
Ora cardine della
preghiera quotidiana, si celebra all’alba di ogni
giorno. Prevede il canto di cinque unità salmodiche:
3 salmi, 1 cantico veterotestamentario e un’unità
formata dai 3 salmi 148-150. Nella parte finale c’è
il cantico di Zaccaria (Benedictus
) e la
preghiera del
Padre
nostro
.
-
M
-
Magnificat
-
cantico di Maria (Lc
1, 46-55), si canta nella sezione finale dei
Vespri
.
Manicotto
Nell'unzione di un altare il Vescovo può usare una
protezione per non ungere i paramenti con il Crisma.
Questa protezione si mette sopra il polso come una
sovrammanica.
Manipolo
Fino
alla riforma della liturgia il manipolo si portava
legato sul braccio sinistro del celebrante
l’Eucarestia, con le estremità pendenti dai due
lati. Dal latino “sudarium” è un complemento della
pianeta e di fatto realizzato nel medesimo tessuto e
colore.
Il manipolo era, fra tutti gli ordini maggiori,
l’insegna tipica del suddiacono.
Reca normalmente tre croci, rispettivamente al
centro e alle due estremità, sebbene fosse
prescritta solo quella centrale.
Indica il pianto e il dolore santificati, ma anche
le buone intenzioni e i pensieri pii, oltre che la
gloria che la passione ha meritato all’umanità di
Cristo. Dalla riforma liturgica del Concilio
Vaticano II il manipolo non è più in uso anche se
formalmente non è stato abolito da alcun documento.
Mantelletta
È una
mantella corta dalle spalle al ginocchio, senza
maniche, aperta sul davanti, che viene indossata da
Cardinali, Vescovi e Prelati, sopra il rocchetto e,
per i primi due casi, sotto la mozzetta.
Naturalmente il colore è quello della dignità che ne
fa uso, quindi nera per i prelati elevati a tale
rango da un ordine religioso, paonazza per i Vescovi
eletti dal clero secolare e porpora per i Cardinali
non provenienti da ordini religiosi.
Negli anni ’70 va in disuso e rimane utilizzata
quasi esclusivamente dai Protonotari apostolici e
dai Canonici di quei Capitoli che ne ebbero
privilegio per concessione pontificia.
Manto
Ampio
piviale, molto ricco e sontuoso e di notevole
lunghezza che superava quella dell’altezza della
persona, indossato dal Papa nelle funzioni più
solenni, quando veniva usata la sedia gestatoria e
quando il Pontefice vestiva la falda.
Il manto papale recava, al termine di ogni parte
dello stolone frontale, l’arma araldica del
pontefice.
Oggi il manto non viene più usato, nemmeno nelle
funzioni più solenni, in quanto non viene più usata
la sedia gestatoria.
Manutergio
È una
stoffa, normalmente abbinato alla brocca, con cui il
sacerdote si asciuga le mani. Può essere anche
chiamato “Asciugatoio”.
-
-
Martire
- un cristiano che con
il proprio comportamento e con la morte testimonia
la fede.
-
Messa
- azione liturgica
complessa, “fonte e culmine della vita cristiana”,
distinta in due parti principali: a) una sezione
didattica incentrata sulla Parola di Dio; b) la
parte sacrificale in cui si fa memoria della morte
di Gesù Cristo.
-
Messale
-
libro
onnicomprensivo che presenta tutti i testi necessari
per la celebrazione della
Messa
. La
struttura tipo si articola in
temporale
(dall'Avvento
al
Sabato
santo
+
Missæ
Ordo +
sezione da
Pasqua
alla fine
dell'anno
liturgico
),
santorale
(proprio e
comune),
dedicazione
della
chiesa, defunti, messe rituali, votive e ad diversa,
benedizioni di persone e cose.
Libro per la celebrazione della Messa; contiene le
orazioni del sacerdote, quelle fisse e quelle
variabili.
-
Monastico
-
libro liturgico
destinato alla celebrazione di una comunità
monastica (perlopiù benedettina o certosina).
Presenta una particolare struttura delle liturgia
delle Ore
.
-
Mitra
- Copricapo liturgico
specifico, proprio del vescovo (e di alcuni abati),
che lo porta durante le processioni, quando sta alla
cattedra episcopale, quando dà una benedizione
solenne e durante altre azioni importanti. È
costituito dalle due cornua, parti piatte, a forma
di scudo (di fronte e dietro) e da due larghi nastri
ricadenti sulle spalle (vittae).
-
N
-
Natale
- festa che commemora
la nascita di Gesù Cristo, creduto dai cristiani
vero figlio di Dio e vero uomo (25 dicembre).
Navata
Termine che designa, negli edifici il cui interno è
diviso in settori longitudinali per ragioni
costruttive, ognuna di queste parti. La concezione
architettonica della navata, che risale alla forma
della basilica romana e, attraverso questa, alla
sola ipostila, si definisce con precisione
nell’architettura cristiana come sistema simmetrico
basato su una navata centrale principale affiancata
da navate laterali di altezza decrescente: il numero
delle navate è generalmente dispari. Questo schema
spaziale determina una precisa gerarchia degli
spazi: navata centrale conclusa dall’abside e le
navate laterali rispettivamente a sinistra in
cornu Evangelii e a destra in cornu
Epistulae, terminate da absidi minori o dagli
imbocchi del deambulatorio.
-
la Navicella
- Recipiente così
chiamato per la sua forma e destinato a contenere i
grani d’incenso.
-
Notturno
-
sezione dell’Ora di
preghiera canonica
Mattutino
.
-
Nunc dimittis
-
cantico di Simeone (Lc
29, 32), si canta nella sezione della
Compieta
.
-
O
-
Offertorio
- riti durante i quali
si preparano i doni (pane e vino) per il sacrificio
eucaristico.
-
Offertorio/Offerenda
-
canto eseguito
durante il rito omonimo. Nella sua forma evoluta,
l’offertorio ha assunto la forma di un vero e
proprio
responsorio
con
versetti. Dopo il sec. XII i versetti – tramandati
prima da allora soltanto da una parte della
tradizione libraria – scompaiono dall’uso e dai
codici liturgici.
Oli Santi
Nella
Messa crismale del Giovedì Santo il vescovo benedice
l’olio da usare nelle celebrazioni liturgiche:
1. Il Sacro Crisma (olio misto a balsamo profumato)
segno di consacrazione al Signore. Ricordiamo che il
Nuovo Testamento presenta Gesù come “ Cristo -
Messia” cioè “consacrato con l’unzione” e l’Antico
Testamento ricorda la consacrazione con olio per i
sacerdoti, i re ed i profeti. L’unzione col Crisma
viene fatta:
· nel Battesimo sul capo del battezzato;
· nella Confermazione sulla fronte del cresimando;
· nell’Ordine sacro sul capo del nuovo Vescovo e
sulle mani dei nuovi presbiteri;
· nella Dedicazione della chiesa e dell’altare sulle
pareti dell’edificio e sulla mensa eucaristica.
2. L’Olio dei Catecumeni. Quanti si preparano alla
grazia del Battesimo vengono fortificati nella lotta
spirituale, ricevendo sul petto l’unzione con l’Olio
dei Catecumeni.
3. L’Olio degli Infermi. L’Unzione degli Infermi
cancella i peccati e aiuta il malato a vivere con
fede e speranza la sua infermità, in comunione con
il mistero della Passione di Gesù.
Ombrelli
A
sostituire il Baldacchino in azioni liturgiche meno
solenni è chiamato l’ombrello che serviva per
portare il SS.mo da un altare all’altro e sotto il
quale stava protetto il sacerdote quando veniva
portato il Viatico in forma pubblica.
Nella precedente procedura liturgica si usava
l’ombrello anche per la distribuzione della
Comunione fuori dal presbiterio.
Poteva essere portata da un chierico oppure anche da
un laico che in questo caso doveva indossare la
talare e la cotta.
L’ombrello liturgico, a differenza
dell’ombrello ordinario, ha le stecche interne
rigide rivestite da una fodera, mentre l’esterno può
essere ornato con ricami e bordato ai lati con
frange.
L’asta è alquanto ricca di nodi intagliati o di
borchie metalliche anche d’argento, mentre in alto
termina con una sfera coronata dalla croce.
La consuetudine del Viatico portato in forma
pubblica, col sacerdote che procedeva protetto sotto
l'ombrello e il popolo che l'accompagnava recando
candele accese e intonando canti, era una pratica
bella e suggestiva. Era anche una chiara
manifestazione di quella comunione cristiana
per cui la comunità, insieme al sacerdote, si
stringeva intorno al moribondo. Oggi, il più delle
volte, quando si porta il Viatico lo si fa quasi in
segreto.
-
Omeliario
-
raccolta delle
prediche e dei commenti degli antichi scrittori
ecclesiastici: spesso costituiscono dei
lezionari
"patristici" da leggersi al mattutino quale commento
al giorno/tempo liturgico (II
notturno
) o alla
pericope
evangelica
del giorno (III
notturno
).
-
Orazione
- preghiera liturgica
in cui la Chiesa si rivolge a Dio Padre per Cristo
nello Spirito Santo.
-
Ordinario della Messa/Ordo Missæ
- testi quadro e norme
relative alla celebrazione della Messa.
-
Ore
-
sono momenti di
preghiera ufficiale della Chiesa, distribuiti lungo
l’arco di tutta la giornata. Tutte le ore, che si
chiamano anche ore canoniche, hanno la medesima
struttura: introduzione, canto di
salmi
con
relativa
antifona
, letture
con i rispettivi
responsori
,
conclusione.
-
Ore
minori
-
sono
Ore
canoniche
di lunghezza relativamente breve (solo tre salmi):
Prima
,
Terza
,
Sesta
,
Nona
.
-
ostensorio
- Arredo che consente
di esporre il Santissimo Sacramento per
l’adorazione.
-
-
-
Ostia
- Si
definisce con "Ostia" il particolare tipo di pane
che, nei riti latini, insieme col "Vino", è la
materia del Sacramento dell'Eucaristia.
Deve essere costituita da acqua e farina di frumento
e la panificazione deve essere ottenuta senza
aggiunta di materie estranee. Come tradizione dei
riti latini non si deve usare il lievito.
Normalmente per Ostia si intende la particola più
grande utilizzata per la comunione del Sacerdote
durante la Messa. Il formato più piccolo usato per
la comunione dei fedeli si chiama "Particola".
Ne esistono di varie dimensioni:
Si passa dalla più comune di circa 7 cm di diametro
fino a 30 cm o più.
In caso che sia grande si parla di "Ostia Magna" o
anche di "Supermagna". Spesso le "supermagne" sono
utilizzate per le ostensioni per la loro grande
visibilità.
-
P
Pace
Questo strumento,
costituito da una placca di metallo prezioso o altro
materiale, incorniciata da una artistica forma a
contorno, e dotato di un manico posto sul retro, che
serve per l’impugnatura e il facile passaggio di
mano in mano tra i fedeli.
La pace è infatti un oggetto che un tempo veniva
passato tra coloro che assistevano alla Messa e
baciato in segno di mutua solidarietà, gesto che
prefigurava l’attuale “Scambio della Pace”.
L’immagine a rilievo può rappresentare il
Crocifisso, la deposizione dalla croce, l’Addolorata
o l’Agnus Dei. Oggi è molto raro l’uso della Pace.
-
Palla
(o animetta)
-
Piccola tela
inamidata di forma quadrata collocata, prima
dell'offertorio, sopra la
patena
dove si
trova l'ostia e, dall'
offertorio
in poi,
sopra il
calice
.
Nel
senso liturgico attuale è un piccolo quadrato di
lino di ca. 20-25 cm. per coprire il calice,
specialmente dall'Offertorio alla Comunione.
Fino al sec. XI il calice veniva coperto con la
parte posteriore ripiegata del corporale, detto
“palla grande”. Per comodità nelle Messe private
senza diacono il calice si copriva dapprima con un
altro corporale piegato ("panno complicato instar
sudarii"), poi con una pezzuola di lino quasi
staccata dal corporale "corporale minus" o "palla
corporalis" o semplicemente palla Questa pezza di
lino ornata d'intorno da un pizzo, anticamente
floscia, è ora rigida o inamidata. La palla deve
essere sempre di puro lino; se doppia, la parte
superiore può essere fatta anche di seta e
variamente ornata o ricamata.
S. Carlo Borromeo chiama la palla "animetta", perché
si racchiude nel corporale come l'anima nel corpo.
L'allegorismo medievale vede simboleggiata nel
corporale la sindone nella quale fu avvolto il
Cristo e nella palla specialmente il sudario.
Paliotto
Come
paliotto si intende una copertura posta sul fronte
anteriore dell'altare e spesso riccamente decorato.
Può essere del colore liturgico del giorno
Pallio
Paramento sacro usato nella Chiesa cattolica,
originariamente riservato al Papa, ma per molti
secoli concesso da lui agli arcivescovi metropoliti
e ai primati come simbolo della giurisdizione loro
delegata dalla Santa Sede.
Il pallio, nella sua forma presente, è una stretta
fascia di stoffa, larga circa cinque centimetri,
tessuta in lana bianca, incurvata al centro così da
poterlo appoggiare alle spalle sopra la pianeta e
due lembi pendenti davanti e dietro così che, vista
sia davanti che dietro, il paramento ricordi la
lettera "Y". È decorato con sei croci nere di seta,
una su ogni coda e quattro sull'incurvatura, viene
incrociato sulla spalla sinistra ed è guarnito,
davanti e dietro, con tre spille d'oro e gioielli (acicula).
Queste ultime due caratteristiche sembrano essere
una ricordo dei tempi in cui il pallio era una
semplice sciarpa piegata a doppio e appuntata con
una spilla sulla spalla sinistra.
Secondo alcune interpretazioni, il pallio
rappresenta l'agnello portato sulle spalle, come
simbolo del vescovo come buon pastore e forse per
questo il materiale è la lana. Alcune
interpretazioni, però, definiscono questa una
spiegazione a posteriori. Il cerimoniale correlato
alla preparazione del pallio e la sua imposizione
sul Papa durante la sua investitura, comunque,
suggerisce questo tipo di simbolismo.
Il pallio della Chiesa cattolica è una derivazione
dell'omoforio (omophórion) e ne è il suo
corrispondente: una larga fascia di stoffa, molto
più larga del pallio, indossata dai vescovi
ortodossi orientali e dai vescovi cattolici
orientali di rito bizantino.
-
-
Palme
-
domenica prima di
Pasqua, inizia la
Settimana santa
.
-
Patena
-
Piatto rotondo di metallo
usato nella messa per contenere l'ostia sia prima
che dopo la consacrazione
È leggermente concava
o ha, nel mezzo, un disco un poco incavato.
Viene posto sopra il calice coperto dalla
palla
,
sia dall'inizio della messa all'offertorio, sia dopo
la comunione.
Paramenti
Tradizionalmente con questo termine vengono indicati
gli abiti liturgici dei diversi colori indossati dai
ministri ordinati (casula, pianeta, dalmatica,
piviale, stola).
Particola
Per
particola si intende l'ostia piccola che,
consacrata, viene usata per la comunione dei fedeli.
Ingredienti: acqua, farina di frumento.
Le particole prima d’essere poste nella pisside
devono essere “cribbiate” ossia passate in un
apposito “setaccio” caratterizzato dalla presenza di
fori molto larghi e chiamato comunemente “cribbio” o
“cribietto”. Questa procedura serve ad eliminare le
eventuali particole rotte e ad evitare che nella
pisside venga introdotta un’alta percentuale di
residui di particole
-
Pasqua
- domenica in cui si
fa memoria della risurrezione dai morti di Gesù
Cristo. È la prima domenica dopo la luna piena di
primavera.
-
Passio
(Domini Nostri Iesu Christi)
-
racconto della
passione del Signore Gesù secondo i quattro
evangelisti. Il Passio si canta in modo solenne nella
Settimana santa
.
-
pastorale
- Bastone del vescovo
Il
Vescovo, quale pastore del gregge a lui affidato,
porta anche visibilmente il segno della sua
autorità, infatti il pastorale è l’insegna della
giurisdizione vescovile ed è realizzato a guisa di
un bastone lungo circa 1,50 m.
Termina in basso con una punta perché “il pastore
(vescovo) deve pungere i pigri e difendere i deboli”
e in alto, sopra un nodo, con una voluta a ricciolo
per “radunare gli erranti”.
- Pellegrina
La
pellegrina è una mozzetta aperta sul davanti da
portare sull'abito filettato per Vescovi, Cardinali
e Papa.
Pianeta
La
pianeta è una forma ridotta della casula (vedi), in
quanto ricopre solo le spalle lasciando libere le
braccia. Come la casula ha i vari colori liturgici.
La pianeta (planeta, casula, amphibolus) è una
sopravveste sacra propria dei sacerdoti nella
celebrazione della Messa. Nell'uso attuale, da due o
tre secoli, è un mantello in forma di scapolare a
due lembi (posteriore largo largo da sessantacinque
a settantacinque centimetri, lungo da un metro e
cinque a un metro e quindici centimetri; anteriore
più breve), ricadente sul petto e sulle spalle, che
lascia scoperte le braccia ed è provvisto di
un'apertura per il passaggio della testa. Ha dei
nastri che la tengono ferma al corpo del celebrante.
Di questa forma se ne distinguono quattro tipi
secondari: a) romana: cucitura dei due lembi sul
petto, apertura per il capo a forma di trapezio;
ornamento posteriore: una striscia verticale
"colonna"; quello anteriore a forma di T (croce
commissa); B) tedesca: cucitura sulle spalle,
apertura rotonda; ornamento posteriore una croce,
quello anteriore una semplice "colonna"; c)
francese: cucitura sulle spalle, apertura come
quella romana, meno profonda; ornamento simile a
quello tedesco; d) spagnuola: cucitura sulle spalle,
ornamento anteriore e posteriore solo a "colonna";
la larghezza aumenta verso il basso.
La pianeta deve essere confezionata in tessuto di
pura seta. A differenza della casula che può essere
indossata anche dai sacerdoti concelebranti, la
pianeta è la veste propria del sacerdote celebrante.
Gli eventuali concelebranti o diaconi indossano la
dalmatica.
-
Pentecoste
- la domenica che
conclude i 50 giorni del tempo pasquale. Nella
Chiesa cristiana commemora il dono dello Spirito
Santo. è il punto di riferimento per il tempo
liturgico ordinario, segnato dalle domeniche (I, II,
III…) dopo Pentecoste.
-
Pericope
- brano di un testo
biblico adattato per la lettura durante la liturgia
(es. pericope evangelica).
-
Pianeta
- Paramento che il
sacerdote celebrante indossava sopra il camice e la
stola. è confezionato nei vari colori liturgici.
-
Pisside o ciborio
- Contenitore per la
custodia o il trasporto della Santa Comunione sotto
le specie del pane. Originariamente una scatola
provvista di coperchio, cui nel periodo gotico si
aggiunse un sostegno rendendola sempre più simile a
un calice, ma con la coppa più grande e panciuta e
con un coperchio sormontato da una croce; dve essere
in metallo nobile, con l'interno della coppa dorato.
-
Piviale
- Veste liturgica
usata originariamente per le processioni (pluviale =
mantello da pioggia con cappuccio) e in seguito
anche per la Liturgia delle Ore nelle feste solenni
e per la celebrazione dei Sacramenti al di fuori
della Messa e per la benedizione col Santissimo
Sacramento.
-
Pontificale
- rubriche e testi
relative alle azioni liturgiche presiedute da un
vescovo.
-
Prefazio
-
preghiera in tono
lirico che si conclude con il canto del
Sanctus
: l’intero
blocco (prefazio + Sanctus) serve da introduzione
alla preghiera eucaristica, la parte centrale della
celebrazione della
Messa
.
-
Presbiterio
- Nelle basiliche, la
zona dell’altare che per motivi pratici è stata
delimitata ben presto da cancelli, dai quali in
seguito si è sviluppata la balaustra per la
distribuzione della Comunione, e in Oriente l’iconòstasi.
Oggi il presbiterio deve venir posto
convenientemente in evidenza rispetto al resto del
vano, mediante un leggero rialzo, o disposizione e
arredo particolari; deve inoltre offrire spazio
sufficiente a permettere il degno svolgimento della
liturgia. li termine indica anche l’insieme dei
sacerdoti di una diocesi, che guidano la Chiesa
facendo capo al vescovo.
-
Prima
- Ora canonica
celebrata verso le 7, 00. Al suo interno ha preso
corpo un’azione supplementare l’ufficio del
capitolo.
-
Processionale
-
raccolta dei canti –
perlopiù
antifone
e
responsori
- da
eseguire durante le liturgie itineranti (Purificazione
il 2
febbraio, domenica delle
Palme
,
Rogazioni...). Oltre ai processionali con i canti,
ci sono libri processionali con i soli testi delle
letture o dei soli brani eucologici.
-
Proprio dei santi
- sezione dei libri
liturgici con i formulari di singoli santi.
-
Pulpito
- Luogo della
predicazione, sistemato per lo più contro una
colonna o sul lato più lungo della navata centrale
della chiesa.
-
Purificatoio
- Piccolo panno di
lino, dalla forma e dalla misura di un fazzoletto,
che serve ad asciugare il calice, a pulire la patena
e il bordo del calice nella Comunione al calice.
Viene portato all’altare insieme al calice durante
la presentazione dei doni.
-
Purificazione
- festa del 2 febbraio
in cui si commemora a) la presentazione di Gesù al
Tempio; b) la purificazione di Maria di Nazareth
secondo le norme rituali della tradizione ebraica
-
-
Piattello
- Con
questo nome viene, di solito, indicato il piccolo
piatto di metallo che si può usare alla comunione
dei fedeli e, se questa non viene deposta sulla
mano, esso viene tenuto sotto il mento per impedire
che la stessa cada in terra.
- Pisside
È il
vaso sacro, simile ad un calice con coperchio, che
contiene le particole consacrate per la Comunione
dei fedeli e per la conservazione nel tabernacolo.
Piviale
Il
piviale è un ampio mantello dotato di finto
cappuccio, chiuso davanti con un fermaglio. Lo si
usa, nei vari colori liturgici, in molte azioni
liturgiche, eccettuata la Messa. Lo si indossa dopo
la stola sopra la cotta o sopra il camice. Il
piviale (pluviale, cappa, mantus) è un manto
liturgico lungo quasi fino ai piedi, aperto sul
davanti e fermato sul petto con un fermaglio;
disteso esso ha la forma di un semicerchio con il
raggio da 1 metro e 40 a 1 metro e 60 centimetri. La
parte posteriore è ornata dal cosiddetto "scudo"
fermato con bottoni o nastri (è quanto rimane di un
antico cappuccio). In Italia si preferisce il nome
di piviale perché ha la forma simile a quella di un
manto che protegge dalla pioggia e dalle intemperie,
mentre fuori d'Italia si chiama cappa, in Spagna
anche mantus.
Il celebrante usa il piviale principalmente alle
benedizioni solenni che si fanno all'altare; alle
processioni; all'assoluzione al feretro o al tumulo
o al drappo; alla celebrazione della Passione al
Venerdì Santo; ai matrimoni, battesimi o funerali (o
altri sacramenti) celebrati al di fuori della Messa.
Ai Vespri e alle Lodi solenni, come pure al termine
del Mattutino solenne, lo usavano il celebrante e
anche gli assistenti e altri chierici. Lo usa anche
il prete assistente alle funzioni pontificali e alla
prima Messa di un novello sacerdote (se non
concelebrano).
Porta viatico
Il
portaviatico è una teca che veniva usata per portare
l’ultima eucaristia ai moribondi. Un tempo aveva
foggia simile a quella della pisside, ma di
dimensioni molto ridotte. Attualmente il
portaviatico è un piccolo contenitore metallico
adorno di pochissimi decori. È comunemente chiamato
“teca”.
Pontificale
Libro
liturgico (o serie di libri liturgici) contenente le
formule e le letture bibliche da utilizzarsi
nell'amministrazione dei Sacramenti e dei
Sacramentali la cui celebrazione è riservata al
Vescovo, o, in alcuni casi, a un suo delegato.
Fino alla riforma liturgica, i testi erano contenuti
in un unico volume; dopo la riforma, sono stati
pubblicati più volumi, uno per ciascun Sacramento o
Sacramentale.
-
Q
-
Quaresima
-
tempo di
preparazione alla
Pasqua
, dura 40
giorni a partire dal mercoledì delle ceneri.
-
R
-
-
Razionale
Il
razionale è un ornamento liturgico usato nel
medioevo, detto superhumerale, logion, ed
era portato dai vescovi sulla pianeta nella Messa,
come un pallio, ma senza il significato di questo.
Al giorno d'oggi è portato solamente dai vescovi di
Paderborn e di Eichstätt in Germania, di Toul e
Nancy in Francia, di Cracovia in Polonia, sedi
vescovili appartenenti all'impero germanico. A Roma
non fu mai in uso
Razionale (Piviale)
Il
razionale è un fermaglio spesso riccamente decorato,
usato da Vescovi, Cardinali e dal Papa, che serve ad
unire i due lembi del piviale.
Reliquario
È il
vaso utilizzato per l'esposizione e la venerazione
delle reliquie (corporee oppure ex
contacto). Possono essere di quattro tipologie:
-Stampo: riproducono la forma della reliquia che
contengono (ad esempio i busti-reliquiari)
-Ciborio: di forma simile all'ostensorio ambrosiano
-Stelo: sono i più diffusi e consistono in una
struttura contenente la reliquia montata su uno
stelo
-
Responso
-
prima parte di un
responsorio
.
-
Responsorio
-
canto che segue una
lettura. Nel
Mattutino
i
responsori sono di tipo “gallicano” e presentano la
cosiddetta
tempo
. Dopo il
canto della prima sezione
responso
, segue il
versetto
; il brano
si conclude con la ripetizione della sezione finale
del responso iniziale che si chiama
repetenda
. Questa
forma di canto responsoriale si trova sia a Milano
che a Roma nella liturgia delle Ore nei responsori
che seguono le letture e nella
Messa
nel canto
dell’offertorio
.
-
Rituale
- 1. Libro liturgico per
la celebrazione dei Sacramenti e dei Sacramentali; è
pubblicato in singoli libri separati.
- 2.
Libro liturgico (o serie di libri liturgici)
contenente le formule e le letture bibliche da
utilizzarsi nell'amministrazione dei Sacramenti e
dei Sacramentali non riservati al Vescovo.
I testi dei Sacramenti o Sacramentali la cui
celebrazione è riservata al Vescovo o, in alcuni
casi, a un suo delegato, sono contenuti nei volumi
del Pontificale.
Fino alla riforma liturgica, i testi erano contenuti
in un unico volume; dopo la riforma, sono stati
pubblicati più volumi, uno per ciascun Sacramento o
Sacramentale.
-
Rocchetto
-
L’uso del rocchetto non è antichissimo, sebbene ci
siano esempi a partire dal sec. XIII; è una veste
liturgica molto simile alla cotta a cui rimando per
il significato simbolico, di solito più lungo e con
le maniche più strette che arrivano ai polsi.
Viene usato dai Vescovi e in certi casi anche dai
prelati, mentre i canonici la indossano per
concessione pontificia, sotto la mantelletta.
Può essere indossato anche dai parroci dove la
necessità lo richieda, sebbene oggi la tradizione
sia caduta in disuso.
Il rocchetto è semplice segno di autorità e di
giurisdizione ecclesiastica e non veniva usato in
luogo della cotta, che si indossava sopra.
Il rocchetto è tuttora conservato nell’abbigliamento
episcopale e cardinalizio e con istruzione del 31
marzo 1969 il Card. Cicognani, allora Segretario di
Stato, disponeva che il rocchetto va indossato da
solo, senza essere sottoposto alla cotta.
È di tela di lino con merletto interamente di pizzo
mentre sotto il pizzo delle maniche è collocata
della stoffa di colore corrispondente alla dignità
di chi lo indossa.
-
-
S
-
Sabato santo
-
precede la domenica
di Pasqua, ultimo giorno del
Triduo sacro
.
Sacrario
Piccolo pozzo, dotato di scarico, ubicato in
sacrestia o nella stessa chiesa, nel quale viene
dispersa l’acqua con la quale sono stati purificati
i vasi sacri o i lini da Messa. Nel sacrario può
essere dispersa anche l’Acqua Santa qualora fosse in
eccesso oppure dopo averla asportata dalle
acquasantiere il Venerdì Santo
Sacristia
La
sacrestia o sagrestia (dal latino Sacristia) è una
stanza di servizio della chiesa.
In essa avviene la vestizione dei ministri del
culto, vengono conservati i paramenti liturgici,
alcune reliquie, tutti gli oggetti sacri necessari
alla liturgia e, molto spesso, i registri
parrocchiali (di battesimi, cresime, matrimoni,
funerali).
Essa è ubicata, solitamente, all'interno della
chiesa, ma può anche essere separata da essa come
nei monasteri. In molte chiese la sagrestia è vicina
ad uno dei due lati dell'altare maggiore. Molte
chiese hanno più di una sagrestia ognuna delle quali
ha una funzione specifica.
I principali paramenti conservati nella sagrestia
sono: pianete, casule, amitti, stole, piviali,
cingoli, ecc.
Gli oggetti necessari alla celebrazione dei riti
religiosi, conservati nella sagrestia sono: ostie e
vino da consacrare, calici, patene, pissidi,
ostensori ed altri.
La sagrestia è il luogo in cui il presbitero e gli
accoliti si vestono per la celebrazione delle
funzioni religiose. Essi ritornano qui alla fine
delle funzioni per togliersi i paramenti liturgici
indossati durante le stesse.
Nelle sagrestie esiste anche un lavabo. Qui possono
essere lavate le stoffe usate nel corso della messa,
che sono venute a contatto con il vino e le ostie
consacrate, ma anche calici, pissidi, patene ed ogni
altro oggetto che viene a contatto con le specie
consacrate. La sagrestia è un luogo riservato ai
ministri del culto ed ai loro collaboratori ed è
solitamente interdetta a tutte le altre persone.
<<Se la chiesa rappresenta il mondo, la
sacrestia che le sta a fianco,
rappresenta il Paradiso. Una volta preparato e
rivestito delle sacre
vesti, tanto interiormente ch’esteriormente, il
sacerdote, alter Christus,
lascia la sacrestia e scende nella chiesa, come
Cristo lascia il Paradiso
per venire nel Mondo. La grande azione liturgica
sta per compiersi. È
l’ora di Cristo, l’ora della Redenzione, l’ora
del Sacrificio della Croce,
che sta per rinnovarsi in modo incruento
sull’altare.
- 13 -
Una volta combattuta la buona battaglia e
terminata la corsa (II
Timoteo IV, 7) in chiesa, il sacerdote ritorna
in Sacrestia per prolungare
l’azione liturgica tramite le sue preghiere di
ringraziamento.
Così, si capisce meglio perché la Chiesa ha
sempre dato
molta importanza alla sacrestia come spazio
liturgico. La sacrestia è
un’immagine del Paradiso, per questo il suo
apparato dovrebbe essere
sempre decoroso. Essa contiene grandi tesori (olii
santi, vasi sacri,
paramenti...). È la camera segreta in cui il
prete parla col suo Signore
tramite una preghiera intima e profonda. Non vi
chiamo più servi,
perché il servo non sa quello che fa il suo
padrone; ma vi ho chiamati
amici... (Giovanni 15, 15)>>
Il responsabile della sagrestia è il sacrista o
sacrestano.
Sacri Vasi
Con
il termine Sacri Vasi si intende quel gruppo di
oggetti che servono a contenere le specie
consacrate: Calice, pisside, patena, secondo alcuni
anche l'ostensorio ne fa parte.
-
Salmodia
-
canto dei
salmi
e dei
cantici
biblici
secondo particolari melodie (toni salmodici) che
prevedono una forma ad arco e tre parti principali:
intonazione,
corda di recita
e
cadenza
.
-
Salterio
-
raccolta dei 150
salmi biblici attribuiti a Davide. Nella liturgia si
utilizza lo psalterium feriatum / psalmista in cui i
salmi sono distribuiti in base alla loro
collocazione nelle diverse ore dei giorni della
settimana. Spesso sono presenti le relative
antifone
del
tempo ordinario
.
-
Sanctus
-
acclamazione di
origine biblica (trisagio del profeta Isaia), dal IV
secolo si canta anche nella
Messa
romana dove
conclude il
prefazio
.
-
Santorale
- la sezione di un
libro liturgico che comprende il ciclo delle feste
dei santi. Nel “Proprio dei santi” ogni formulario
ha almeno un brano specifico ed esclusivo, nel
“Comune dei santi” ci sono vari formulari
distribuiti per categoria (apostoli, martire,
martiri, confessore…) che si utilizzano per le feste
di singoli santi per i quali non è stato scritto un
formulario specifico.
-
Secreta
-
preghiera che si
dice alla conclusione della preparazione dei doni (offertorio
) scelti per
il sacrificio della
Messa
.
Sedia gestoria
La
sedia gestatoria è un piccolo trono, usata per
secoli, dai papi per il loro solenne trasferimento
dal Palazzo Apostolico alla Basilica Vaticana, e
anche in altre circostanze e luoghi di Roma.
La sedia gestatoria era collocata su un pianale
dotato di due lunghe stanghe che servivano per
reggere il seggio papale, poggiato sulle spalle dei
sediari che in numero di otto e in livrea rossa
avevano l’onore di compiere quel servizio, riservato
per di più alla nobiltà romana.
Attualmente la sedia gestatoria non è più usata, a
decretarne il cessato servizio è stato il Papa
Giovanni Paolo II: l’ultima è conservata presso la
Basilica di San Giovanni in Laterano, cattedrale di
Roma.
-
Sequenza
- canto strofico che
perlopiù si canta quale prolungamento dell’Alleluia.
Nella forma classica (sec. IX-X) la sequenza prevede
due strofe isolate all’inizio e alla fine, mentre
all’interno le strofe sono appaiate e sono cantate
con una melodia che si ripete in ogni coppia (a bb
cc dd…z).
-
Sequenziario
-
raccolta di
sequenze
; esse sono
distribuite secondo lo svolgimento dell'anno
liturgico
-
Settimana santa
-
la settimana che
precede la domenica di
Pasqua
e inizia
con la domenica delle
Palme
.
-
Settuagesima
-
terza domenica prima
del mercoledì delle Ceneri e dell’inizio della
Quaresima
, segna
l’inizio di un periodo di preparazione alla stessa
Quaresima. Le domeniche successive sono Sessagesima
e Quinquagesima.
-
Stola
- È
l’insegna del « potere dell'ordine » che il Vescovo,
il Sacerdote ed il diacono indossano durante
l'esercizio di certe funzioni liturgiche. Non è
un'insegna di giurisdizione e non può essere portata
come tale dal Parroco nella sua parrocchia.
Si distinguono la stola sacerdotale, che il
Sacerdote porta sul camice e fissata col cingolo,
mentre il Vescovo - in segno di distinzione
onorifica - la porta sempre a discesa libera.
La stola pastorale simile alla precedente nella
forma, con la sola differenza che le due parti
pendenti sono legate tra loro dinanzi al petto, con
un nastro resistente o un cordone o altra fettuccia
ornata di fiocchetto, affinché l'insegna non scivoli
più da una parte che dall'altra.
Questa stola effettivamente non è fissata col
cingolo, perché si porta sopra la cotta (per i
Sacerdoti) o sopra il rocchetto (per i Vescovi). Può
essere maggiormente ricamata della precedente,
tuttavia conviene che anch'essa lo sia sobriamente.
La stola diaconale, che il Diacono riceve nella sua
Ordinazione si porta ad armacollo sopra la spalla
sinistra e pende sul lato destro. Un legame posto
più in basso di quello della stola precedente,
trattiene insieme le due parti. Non deve avere
alcuna croce.
La stola larga o stolone (stola lata) è una stola
che il Diacono porta come la stola diaconale,
ricorda una pianeta arrotolata, portata a tracolla.
-
Suddiacono
- Il
suddiacono era un chierico che aveva ricevuto
l'ordine del suddiaconato, in virtù del quale aveva
il "potere" di toccare i vasi sacri e di portarli
all'altare. Nella Messa solenne il suddiacono aveva
il compito di cantare l'Epistola, oltre che di
servire il diacono e di versare l'acqua nel calice
all'Offertorio.
Papa Paolo VI con la lettera apostolica
Ministeria quædam del 15 agosto 1972 fece
cessare il conferimento del suddiaconato e dei
quattro ordini minori nella Chiesa latina. Tuttavia
esso è ancora conferito in alcune comunità che
mantengono l'antico rito romano a norma
dell'istruzione Universae Ecclesiae del 30 aprile
2011. Tuttavia, a differenza di quanto avveniva in
passato il suddiacono non è più considerato un
chierico.
-
T
-
Tabernacolo
- Luogo per la
custodia dell'Eucaristia.
Talamo
Portantina sulla quale veniva trasportato il Papa
durante la processione del Corpus Domini in Piazza
San Pietro. Su di essa trovavano posto il
faldistorio per il Santo Padre e un supporto per
l'Ostensorio. Il talamo fu utilizzato fino ai primi
anni del pontificato di Paolo VI, per poi cadere in
disuso.
-
Tarcisiana
- Lunga veste bianca
per chierichetti, con strisce rosse a partire dalle
spalle fino ai piedi.
Teca
Piccola pisside, poco più grande di una particola,
che serve per contenere l’Eucaristia da portare agli
ammalati. Solitamente viene messa al collo in un
apposito astuccio.
-
Tempo ordinario
-
le settimane che
intercorrono tra l’Epifania
e la
Quaresima
, e le
settimane tra
Pentecoste
e l’inizio
dell’Avvento
.
-
Tempo pasquale
-
i cinquanta giorni
tra la domenica di
Pasqua
e quella di
Pentecoste
.
-
Temporale
-
la sezione di un
libro liturgico che comprende il ciclo delle
celebrazioni domenicali e dei tempi forti, di solito
a partire dalla I domenica d’Avvento
sino
all’ultima domenica dopo
Pentecoste
.
Tovaglie
d'Altare
Un
tempo, prima della riforma liturgica di Papa Paolo
VI, le tovaglie per l’altare dovevano essere
obbligatoriamente tre e di lino, o almeno di tela
bianca.
Potevano essere ornate di pizzi e, quella superiore,
doveva avere una croce centrale ricamata in filo
bianco.
Attualmente questa prescrizione è in disuso e, per
la celebrazione eucaristica, si può usare una sola
tovaglia, comunque bianca.
Tronetto
È un
oggetto che può essere di diverse forme. Lo si usa
per rialzare l’ostensorio durante l’adorazione
eucaristica. Può essere utilizzato anche per
sostenere la reliquia della Santa Croce o altre
reliquie durante la loro esposizione.
-
Tunica
- Camice lungo sino
alle caviglie, indossato abitualmente dagli antichi
sotto il vestito. Da esso derivano il camice e la
talare. Sovente i ministranti indossano, durante la
Messa, una versione moderna della tunica, tagliata a
mantello.
-
Turibolo
- 1. Recipiente spesso
preziosamente argentato, a cui sono fissate delle
catenelle e chiuso da un coperchio con fori.
Contiene un secondo recipiente con carboni accesi,
sui quali bruciano grani di incenso.
-
Turiferario
- Inserviente che
porta il turibolo.
-
-
U
-
Ufficio
-
termine utilizzato
per designare la liturgia delle
Ore
.
-
V
Veletta
Striscia di stoffa, indossata a modo di stola, con
la quale i ministranti coprono le mani nel tenere la
mitra ed il pastorale. È detta anche vimpa.
-
Velo
- Panno per coprire e
riparare in segno di rispetto; soprattutto da
portare sulle spalle (velo omerale), quando il
sacerdote tiene l’ostensorio durante la benedizione
eucaristica solenne o durante una processione:
oppure per coprire il calice, finché rimane sulla
credenza, prima che venga posto sull'altare, alla
presentazione delle offerte.
Velo da Calice
Quadrato di tessuto nei vari colori liturgici che
copre il calice quando esso non viene utilizzato.
Nel rito ambrosiano può essere sempre di colore
rosso. Anche la pisside e l'ostensorio, quando
custodiscono il Corpo del Signore nel tabernacolo,
possono essere coperti da un velo rosso, di solito
denominato erroneamente “conopeo”.
-
Venerdì santo
-
secondo giorno del
Triduo
, ha
un’importante celebrazione pomeridiana con il canto
del Passio
secondo s.
Giovanni, una serie di preghiere solenni
d’intercessione, e un rito per l’adorazione della
croce.
-
Versetto
- unità letteraria dei
libri biblici.
-
Vespri
-
Ora cardine della
preghiera quotidiana, si celebra al tramonto. Nella
liturgia romana secolare si cantano 5
salmi
, 4 nella
tradizione monastica. Nella parte finale prevede il
cantico di Maria (Magnificat
) e la
preghiera del
Padre
nostro
. La
liturgia ambrosiana contempla nei vespri tre
sezioni, la prima della quale è costituita da una
particolare liturgia della luce (lucernario).
-
Viatico
-
- La
Comunione dei morenti, unita spesso alla
celebrazione della Penitenza e alla Unzione degli
infermi. Un tempo il viatico si portava al morente
in una sorta di piccola processione nella quale si
utilizzava il caratteristico ombrello eucaristico e
durante il tragitto si faceva suonare una o più
campane. Attualmente il viatico viene portato in
forma segreta.
-
Z
-
Zucchetto
Lo zucchetto è un
piccolo copricapo a forma rotonda a foggia di
calotta a spicchi culminanti in un pileolo che copre
solo la sommità del capo. Il colore dello zucchetto
è distintivo della dignità: bianco per il Papa,
rosso per i Cardinali, paonazzo per i Vescovi,
mentre per i sacerdoti – salvo diverse concessioni –
è nero; per antica tradizione i protonotari
apostolici lo possono indossare nero con bordatura
violetta. Lo zucchetto è abitualmente di seta.
|